Vai al menu Vai ai contenuti Vai al footer

Il patrimonio archeologico

La Riserva Naturale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo è stata istituita da Regione Lombardia nel 1983, su indicazione dei tre Comuni coinvolti e del Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP), con lo scopo di proteggere una vasta area che racchiude oltre 500 rocce istoriate (dalla Preistoria fino a Medioevo inoltrato), di grande rilevanza archeologica, congiuntamente a una serie di importanti elementi etnografici e vegetazionali relativi all’evoluzione dell’ambiente alpino nei millenni. Fino ad oggi sono state individuate 25 località, in cui si trovano più di 500 rocce incise.

Foppe di Nadro

L’area è caratterizzata da un’alta densità di rocce fittamente istoriate; ne sono state individuate 84, di cui 74 documentate e solo una ventina organizzate nel percorso di visita. Il nucleo principale è ben organizzato, con aree attrezzate contenenti ricostruzioni di antiche abitazioni camune e supporti didattici (ponte tibetano e simulazione di scavo archeologico), il tutto corredato da pannelli didattici e informativi. Il sentiero, in gran parte acciottolato, individua un percorso ad anello che costeggia numerose rocce istoriate, permettendo di cogliere gran parte del repertorio figurativo dell’arte rupestre.
Le testimonianze archeologiche ci presentano un’area assiduamente frequentata dall’uomo nel corso dei millenni: dal Mesolico (Riparo II) al Neolitico, fino all’Età dei Metalli e all’exploit figurativo dell’Età del Ferro, che in questa zona si esprime con temi, soggetti e scene fra i più affascinanti di tutta l’arte rupestre camuna. L’area è perfettamente attrezzata per la fruizione turistica.

Dos Cuì

Piccola area a monte del circuito di Foppe di Nadro in cui sono state individuate 11 rocce incise, di cui 6 documentate. Per ragioni di sicurezza e conservazione l’area è chiusa al pubblico, l’accesso è consentito solo per motivi di studio e ricerca.

Cuel (Figna)

Vasta zona boscosa di notevole interesse archeologico, etnografico e ambientale: è infatti ricca di vecchie baite (ormai abbandonate), terrazzamenti e murature a secco, che ne testimoniano la secolare frequentazione. Il sentiero che conduce verso Campanine si snoda in leggera salita, fiancheggiata a est da un’imponente parete rocciosa e frequenti zone con giganteschi massi di frana che in molti punti hanno creato ripari e anfratti, utilizzati in tempi storici come ricoveri temporanei dalle intemperie. In un piccolo riparo alla base dell’alta parete orientale, dove un lieve aggetto protegge la roccia dall’azione diretta degli agenti atmosferici, si è conservata una rarissima pittura in rosso raffigurante un animale selvatico (probabilmente un cervo o un capriolo). In tutto, si contano 23 rocce non ancora documentate.

L’area manca di pannellonistica e di infrastrutturazione turistica, ma viene correntemente manutenuta per garantire un comodo accesso alle cascine ristrutturate usate come foresterie.

Zurla

Zona dominata da un imponente lastrone roccioso, oggi tagliato dalla ferrovia e dalla strada statale, che in origine digradava per un centinaio di metri fino a lambire il sottostante fiume Oglio. Area istoriata di notevole pregio, presenta numerose incisioni di rara bellezza, distribuite su 33 superfici interamente catalogate e studiate.

La morfologia dell’area ne scoraggia severamente l’apertura al pubblico per ragioni di sicurezza e conservazione.

I Verdi

Sperone roccioso prominente dal versante, a circa 400 metri di quota; vi si contano 7 superfici interamente documentate. L’area non è infrastrutturata per la visita.

Giarelli

Collocata nella parte bassa della Riserva, a ridosso della statale n. 42, che la isola rispetto al resto del territorio protetto. La zona, compresa fra i 250 e di 300 m s.l.m., è ancora in fase di esplorazione e censimento; molte superfici istoriate sono attualmente ancora interrate. A oggi vi sono segnalate 2 rocce incise. L’area non è infrastrutturata per la visita.

Boscatelle

Area in fase di studio, vi sono state individuate 10 rocce istoriate di cui 8 documentate; si ipotizza la possibile presenza di un castelliere. L’area non è infrastrutturata per la visita.

Campanine

Grande area nel cuore della riserva, suddivisa per ragioni di studio in quattro sottoaree (Consolè, Campanine Alta, Campanine Bassa, Scale di Cimbergo).

Le ricerche archeologiche, condotte fra il 1989 e il 2009, hanno evidenziato la presenza di 83 rocce istoriate (censite, studiate e pubblicate), su cui dominano senza dubbio le fasi dell’Età del Ferro; raramente compaiono alcuni soggetti attribuiti all’Età del Rame (composizioni topografiche e scene d’aratura con bovidi) e sono molto frequenti le figure antropomorfe schematiche, i cosiddetti “oranti”, la cui datazione oggi oscilla fra il Neolitico e l’Età del Bronzo Finale. Di particolare spicco è senza dubbio la fase storica, databile con una certa sicurezza fra il XIV e il XVI secolo, che per quantità e qualità di raffigurazioni non ha praticamente eguali in nessuna area con arte rupestre oggi conosciuta.

Per ragioni di sicurezza e conservazione, solo l’area di Campanine Alta è aperta al pubblico e infrastrutturata per la visita.

Bosc del Vicare

Pur mostrando innegabili relazioni con la contigua area di Campanine Alta (entrambe sono state infatti pubblicate nell’ambito dello studio generale su Campanine), si distingue per la particolare frequenza di alcuni temi e per l’eccezionalità di alcune rappresentazioni. Conta 19 rocce censite, studiate e pubblicate.

L’area è di difficile accesso, per la mancanza di viabilità organizzata e per la distanza dai percorsi principali.

Pagherina-Dos del pater

Area in corso di studio, compresa tra i 450 e i 550 m s.l.m. e posta a valle di Campanine-Bòsc del Vicàre, in cui si contano 36 rocce censite e documentate. Deve il suo nome alla macchia di conifere (“paghèr” in dialetto locale), risultato di piantumazioni avvenute nel corso del XX secolo.

Per ragioni di sicurezza e conservazione l’area, di difficile accesso per mancanza di viabilità organizzata e per la distanza dai percorsi principali, è chiusa al pubblico; l’accesso è consentito solo per motivi di studio e ricerca.

Castello di Cimbergo

All’interno della cinta muraria del castello di Cimbergo sono state individuate quattro superfici istoriate, tre delle quali sono documentate. Su indicazione delle Soprintendenza Architettonica e Archeologica della Lombardia, le rocce istoriate sono state rinterrate per consentire la fruizione del sito storico del castello. Una superficie è ancora visibile all’inizio del percorso di salita al fortilizio.

Cimbergo (paese)

Lungo le vie del paese, in particolare in via Tobia, sono visibili frammenti di roccia incisa riutilizzati come materiali da costruzione, ben visibili nelle murature.

Sottolaiolo

Pianoro affacciato sulla valle in posizione molto panoramica, presenta 26 rocce istoriate, di cui 15 studiate e pubblicate (tra il 1984 ed il 1995), con incisioni riferibili per lo più all’Età del Ferro.

L’area, che ospita un piccolo museo a cielo aperto, è strutturata per incontrare le esigenze delle persone con ridotte capacità motorie e visive.

Plas – Capitello dei due Pini

La zona prende il nome dall’edicola cristiana (“capitèl” in dialetto locale), dedicata alla Madonna, ai piedi della quale si trovano numerose iscrizioni e date storiche.

L’area cominciò ad essere frequentata con scopi istoriativi già a partire dal III millennio a.C.: sono infatti da ascrivere a tale fase le note figurazioni della “Roccia dei Cinque pugnali” e dell’attigua “Roccia del Sole”. Verso la cengia sono visibili poche raffigurazioni di figure schematiche armate e di palette, molto consunte e di difficile lettura, probabilmente da datare al Bronzo Finale. Molto rare le raffigurazioni dipinte in bianco, conservatesi perché protette da un cornicione naturale. Si contano un totale di 10 rocce, di cui 3 studiate e 2 pubblicate.

L’area è stata oggetto di sondaggi archeologici ed è infrastrutturata per la fruizione turistica.

Dos Custapeta

Piccola area con tre rocce istoriate, realizzate a tecnica mista martellina e polissoire. Raggiungibile comodamente dal sentiero a nord di Plas – Capitello dei due Pini.

Castagneto – Parco giochi

Area boschiva a castagneto, in parte ricadente all’interno del parco giochi del paese di Paspardo, in cui si contano 6 rocce incise, studiate e documentate. Fra queste, la più nota e meglio conservata è detta “Roccia degli Spiriti” a causa delle grandi aree campite, oggi reinterpretate come segni topografici arcaici. L’area è infrastrutturata per la fruizione turistica.

La Bolp

Area pianeggiante in posizione panoramica, con 9 rocce istoriate: 4 superfici istoriate risalenti all’Età del Ferro, un’incompiuta composizione calcolitica di notevoli dimensioni (simile alle stele ritrovate a Cemmo) e frammenti di una seconda statua stele, riutilizzata come materiale da costruzione per erigere un piccolo ponte pedonale.

In Vall

Area estremamente suggestiva, con una comoda area di sosta dominante la valle; comprende 16 rocce istoriate, di cui 15 documentate. Di particolare importanza la grande Roccia 4, su cui sono state incise circa 700 figure, concentrate in due fasce longitudinali: gruppi di cervi maschi che si fronteggiano, grandi armati con scudo “a pelle di bue”, composizioni di asce, scene di duello. La roccia è nota anche per alcune figure di oranti e palette e per una rara raffigurazione di spirale. L’area è infrastrutturata per la fruizione turistica.

Al de Plaha, Vite, Al de Fous, Bial do le scale

Il versante a valle dell’abitato di Paspardo, oggetto di indagini archeologiche in concomitanza dei lavori di costruzione della nuova strada (fine anni ’80), viene chiamato genericamente Deria. Indagini successive hanno portato all’identificazione di specifiche aree, che hanno restituito ben 129 rocce istoriate, studiate e documentate e in buona parte pubblicate.

I temi più rappresentativi sono le figure topografiche (databili alla fase Neolitico Finale-Età del Rame) e le istoriazioni dell’Età del Ferro (scene di caccia, duelli rituali, corse e danze armate, edifici, carri, armi, strumenti musicali, iscrizioni in alfabeto camuno, impronte di piede, coppelle, svastiche, stelle, divinità); le figure di oranti e palette (Età del Bronzo) si trovano invece in minor numero. L’interruzione della tradizione rupestre nell’area di Paspardo deve essere avvenuta più tardi che in altre zone, comunque a causa dell’intensificarsi del processo di romanizzazione in Età Flavia.

Le rocce nei pressi della strada e più facilmente raggiungibili sono aperte alla visita e dotate di pannellonistica. La morfologia delle aree di Al de Fous e Bial do le scale ne scoraggia severamente l’apertura al pubblico per ragioni di sicurezza e conservazione.

Broscaroeula del Diaul

Area in fase di studio a valle della località Vite, in cui per ora sono state individuate 17 rocce. La morfologia dell’area ne scoraggia severamente l’apertura al pubblico per ragioni di sicurezza e conservazione.

La Bosca

Area di difficile accesso e per questo chiusa al pubblico, nei pressi dell’abitato di Paspardo. Delle 9 rocce individuate solo 5 sono state studiate e documentate.

Paspardo (località Castel)

Il toponimo individua un’area panoramica che si affaccia sulla valle. Nel corso del 2012 su questo promontorio sono stati individuati i resti di un fortilizio, forse di epoca veneziana. Nelle vicinanze sono state inoltre individuate 8 superfici istoriate, a testimonianza dell’utilizzo millenario dell’area. Va segnalato che il sito è interessato dalla presenza di una stazione impianti per radio-TV e telefonia di notevoli dimensioni, che ha parzialmente intaccato anche le strutture murarie del castello.

Tutta l’area è ancora in fase di studio e verifica archeologica, dunque attualmente è chiusa al pubblico.

Paspardo (paese)

In quest’area sono state rinvenute 8 rocce istoriate, in fase di studio e documentazione.

Deria bassa

Lungo il sentiero denominato “Scale di Paspardo” è stata individuata una parete rocciosa verticale con alcune figure dipinte in colori naturali, probabilmente databili all’Età del Ferro. La morfologia del sito ne scoraggia severamente l’apertura al pubblico per ragioni di sicurezza e conservazione.