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La Riserva naturale incisioni rupestri si estende per circa 300 ettari abbracciando i tre paesi di Nadro di Ceto, Cimbergo e Paspardo ed è il parco archeologico protetto più grande della Valcamonica. Le rocce incise sono calate in un ambiente naturale di mezza montagna che conserva le tracce dell’intervento dell’uomo nel tempo.
Per millenni i nostri antenati hanno impresso qui i loro messaggi intellettuali sotto forma di immagini, una sorta di “scrittura”, spesso simbolica, mai gratuita o puramente estetica, che ci permette oggi di ripercorrere buona parte del ricco immaginario europeo. Archeologia, ambiente, etnografia si alternano in uno scenario unico, spaccato della vita alpina degli ultimi 10.000 anni.
Il territorio della Riserva è situato sul versante sinistro orografico della media Valcamonica ed occupa una fascia che ha la sua quota più bassa nella località Zurla, a metri 360 circa, e quella più alta nell’abitato di Paspardo (1.000 metri circa sul livello del mare). Su indicazioni del Centro Camuno di Studi Preistorici, che vi ha condotto ricerche sistematiche a partire dagli anni 60, i tre comuni, congiuntamente all’Assessorato all’Ecologia della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia, hanno istituito nel 1983 la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo Paspardo allo scopo di proteggere una vasta area con arte rupestre, oltre ad una serie di importanti elementi etnografici e ambientali. Antichi sentieri, ripari sotto roccia, muraglioni megalitici, resti di castellieri preistorici, cascinali e terrazzamenti agricoli medievali testimoniano l’evoluzione dell’ambiente alpino nei millenni.
La Riserva si estende su circa 3.000.000 metri quadrati per lo più coperti a castagneto e betulleto. Si ubica all’interno di un circuito automobilistico che congiunge i tre paesi di Nadro di Ceto, Cimbergo e Paspardo, che ancora conservano intatti gli antichi nuclei abitativi. Da questo anello perimetrale partono i percorsi pedonali che conducono alle varie aree di vista.
Le aree archeologiche incluse nella Riserva annoverano circa 500 rocce istoriate in epoca preistorica e medievale. Tale ingente insieme d’arte rupestre si distribuisce in maniera uniforme e talvolta in densi agglomerati lungo tutto il crinale montano che inizia in territorio di Nadro di Ceto, risale verso Cimbergo e prosegue oltre il torrente Ré all’interno del comprensorio di Paspardo.
Il paesaggio presenta facies ambientali differenziate per fasce altimetriche, adibite storicamente, come gran parte dei versanti montani, a sfruttamento differente: terrazzamenti a bassa quota con prevalente agricoltura orticola e vigneto, rare radure a pascolo, castagneto con complementare sfruttamento di legname e strame a cinquecento – mille metri sul livello del mare, conifere e pascoli in quota.
Ad oggi le ricerche hanno portato alla luce oltre 20 località con incisioni rupestri preistoriche e medioevali. Le aree attrezzate alla visita, per ovvi motivi di conservazione, sono limitate a Foppe di Nadro a Ceto, Campanine di Cimbergo e alcune sotto-aree di Paspardo.
L’area di Sottolaiolo, in cui vi trovate ora, è un piccolo sito archeologico infrastrutturato per la visita di persone con difficoltà motorie, visive e sensoriali.
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