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Campanine di Cimbergo

  • Percorso di media difficoltà (non adatto ai passeggini e a persone con ridotte capacità motorie; in autunno e in inverno si consigliano scarpe da trekking)
  • Dislivello: 200m
  • Tempo di visita: 2 ore e mezza

Dopo aver ritirato il biglietto presso il Museo di Nadro, raggiungere con mezzo proprio il sentiero di accesso all’area, ben segnalato sulla strada provinciale che da Nadro porta a Cimbergo (SP88).

Campanine è una vasta area, al centro della Riserva, caratterizzata da gradoni naturali con alte pareti rocciose alternati a pianori. Le ricerche archeologiche hanno individuato più di 100 rocce istoriate, di cui solo una dozzina sono incluse nel percorso di visita. L’area iniziò ad essere istoriata nel tardo Neolitico (fine del IV millennio a.C.) e fu momentaneamente abbandonata durante i secoli successivi (pochissime le incisioni del II millennio a.C.); il suo utilizzo riprese nell’ultimo millennio a.C. Qui è stata inoltre individuata una ricchissima e finora unica concentrazione di istoriazioni di età storica, eseguite dalla fine dell’epoca romana fino alla piena età moderna.

A circa 15 minuti dal punto di accesso, superata un’edicola sacra, s’incontrano le prime rocce inserite nel percorso di visita, corredate da pannelli turistico-didattici.

Su questo percorso segnaliamo: R., 5-6-7, 8, 21, 20, 23-26, 25. Da non perdere la visita alla Rocca di Cimbergo (XII-XIII sec.).

Percorso di visita

Rappresentazione grafica del percorso

DISTANZA: A/R 2 Km

ALTITUDINE: Max 790 – Min 720

DISLIVELLO: 70 m

TIPO DI STRADA: Sentiero escursionistico non asfaltato

LIVELLO DI DIFFICOLTÀ: Facile

Per il link al percorso di visita clicca qui

Tour Virtuale

Immagine di presentazione del Tour Virtuale di Campanine di Cimbergo. Selezionare per accedere al link.

Campanine R1

Campanine R1, raffigurazione di un labirintoGrande superficie rocciosa che presenta due settori istoriati. Il pannello basso si caratterizza per una rara figura di labirinto di tipo “cretese”, con sette volute e percorso unico dall’esterno verso il centro. Il labirinto, simbolo abbastanza raro nell’arte rupestre camuna (altri esempi sono a Naquane, Zurla, Luine, Dos del Mirichì, Piancogno), potrebbe evocare un percorso complesso che trasforma chi lo compie ed essere quindi legato ai riti di passaggio (nascita, pubertà, matrimonio, morte). In questo caso, il labirinto è associato ad asce a lama quadrata e ad una figura mostruosa di uccello cornuto e itifallico, di probabile valenza mitologica. Intorno a questa scena centrale si possono scorgere altri guerrieri, capanne e impronte di piede; questi ultimi due temi vengono ripresi anche nel secondo pannello.

Campanine R5

Campanine R5

Una volta ricoperto da terreno e vegetazione, questo consistente nucleo istoriato sito a monte di una piccola cascina appare oggi come un unico affioramento, che raccoglie senza soluzione di continuità le rocce 5, 6 e 7.

La Roccia 5 è caratterizzata dalla compresenza di figure preistoriche e storiche, in sovrapposizione: nella parte superiore si leggono abbastanza chiaramente figure di capanne, una scena di caccia al cervo (molto rara a Campanine), un labirinto graffito e numerosi guerrieri, riferibili all’Età del Ferro; il settore centrale e inferiore sono invece difficilmente leggibili a causa delle numerose sovrapposizioni, tuttavia si distinguono iscrizioni in caratteri nord-etruschi e latini (“IOVIS”) e più recenti croci cristiane. Particolarmente importante, nel settore destro, una figura che regge tre chiavi, inizialmente assimilata a san Pietro e oggi collegata alla figura più laica del castellano.

Campanine R6

Campanine R6, raffigurazioni di croci

Su questa superficie istoriata si notano subito le molte croci e due eccezionali date (1319 e 1330), riportate in numeri latini e secondo una modalità che non va oltre il XV secolo, cioè nella forma ?CCCIX” e “?CCCXXX” (ove il primo segno “?” indica un’evoluzione della “M” onciale). Il vero insieme figurato è però composto da moltissime sottili figure graffite, fra cui numerosi patiboli (in un caso con condannato appeso a testa in giù e legato per un piede), i nodi di Salomone, le iscrizioni, gli scaliformi, i pentacoli, le balestre, alcuni grandi segni araldici (aquile coronate, simbolo della potente casata camuna dei Federici), le coppie di dadi da gioco (metafora della passione di Cristo?), un prelato inginocchiato con mitria sul capo, una figura umana con la falce (la Morte?), una figura di tubero interpretata di recente come la magica radice di mandragola e altri segni schematici di difficile identificazione.

Il complesso figurativo testimonia la grande rifrequentazione di quest’area fra la fine del Medioevo e l’inizio dell’era moderna, ponendo così la fase storica (per lo meno di quest’area) in una luce completamente nuova. L’atto di incidere segni sulla roccia in tempi storici non va infatti visto come semplice gesto di risacralizzazione o esorcizzazione cristiana dei preesistenti segni pagani (interpretazione più diffusa fino a pochi anni fa), ma invece come vera e propria attività istoriativa “parallela”: portata avanti, almeno a giudicare dal tono “elevato” di molti soggetti, da individui colti e alfabetizzati, forse elementi del clero o della nobiltà, se non addirittura di quel ceto borghese che proprio in questo periodo va sempre più affermando il proprio potere non solo in Valcamonica, ma in tutta la società e la cultura italiana.

Campanine R7

Campanine R7, raffigurazioni di oranti

Incisioni preistoriche e medievali si susseguono su questa superficie, lasciando intendere una frequentazione plurimillenaria dell’area. Alla fase preistorica si attribuiscono le capanne e gli oranti, secondo un abbinamento che ricorre anche nella sottostante R16. A queste si aggiungono le caratteristiche asce a lama quadrata, un tema fortemente rappresentato in tutta l’area e tipico di questa zona. Figure chiaramente di età storica sono invece le croci e le grandi chiavi. A nord, un settore mostra un’interessante e finora unica composizione scenica: una struttura abitativa di eccezionali dimensioni (circa un metro di altezza) ospita al suo interno una “capanna-figlia”, alcune figure umane e sette impronte di piede di varie tipologie. Seduti a ridosso di una parete nella parte inferiore della capanna sono ritratti due personaggi a colloquio, il primo su una mensola sporgente dal muro dell’abitazione, il secondo su un tipo di sedile che ricorda i seggi raffigurati nei fregi dell’arte delle situle reto-veneta e i “troni” dei principi etruschi.

Campanine R8

Campanine R8, raffigurazione di "bucrani" aggiogati (scena di aratura)Piccolo ma significativo affioramento che presenta quelle che potrebbero essere le più antiche scene d’aratura d’Europa: due coppie di “bucrani” (letteralmente, “teschio di bue”) aggiogati, con un coevo corredo d’immagini. Non vi è ancora sicurezza sulla cronologia di questa composizione: le datazioni proposte vanno dal Tardo Neolitico (metà del IV millennio a.C.) al pieno Calcolitico (2900-2200 a.C.), sino al Bronzo Antico (2200-1600 a.C.). I bovini sono stilizzati nella forma del “bucranio”, un indice di arcaicità ben attestato dal Neolitico/Calcolitico. Una seconda indicazione per una datazione alta è data dalla stretta associazione con un orante schematico femminile e con le “macule”, ovvero le prime rappresentazioni topografiche. D’altro canto, a favore della tesi di una cronologia bassa è soprattutto l’aspetto dell’aratro a vanga con ceppo-vomere obliquo e stegola curva (quasi a manetta) incastrata all’apice della bure, strumento che presuppone l’utilizzo su terreni coltivati da tempo.

Campanine R20

Campanine R20, figura antropomorfa (probabilmente indossa un mantello)Ampia superficie splendidamente modellata dall’azione dei ghiacciai. Le incisioni, di difficile lettura, si riferiscono all’Età del Ferro e sono piuttosto ripetitive: gli unici temi espressi sono le capanne e gli armati, a cui si aggiungono alcuni altri soggetti. Di una fase successiva, in piena epoca storica, sono le raffigurazioni di due chiavi e un antropomorfo (che probabilmente indossa una specie di mantello), a cui si aggiungono una croce e alcune brevi iscrizioni, queste ultime realizzate con la tecnica filiforme.

Campanine R21

Campanine R21, raffigurazione di due oranti

Il pannello principale mostra una complessa scena con oranti (maschili e femminili, ma anche asessuati), associati a coppelle singole o raggruppate in moduli. Sembra si possa leggere una scena corale, nella quale gli oranti femminili vengono assistiti da un orante “paludato”, con una sorta di mantello reso tramite due linee verticali che congiungono i gomiti e le ginocchia. Questo personaggio è posto lievemente più distaccato, forse per evidenziare il suo ruolo di guida, di officiante di qualche particolare rito, o di sacerdote. Attorno si dispongono altre figure di orante (anche molto consunte), un reticolo e un disco. Di epoca successiva sono due coppie di duellanti, di due stili differenti (una databile a fine Età del Bronzo-inizio Età del Ferro, l’altra all’Antica Età del Ferro) e un’ascia a lama quadrata (Antica e Media Età del Ferro).

Negli altri settori, oltre ad altri oranti (di cui uno fra l’altro ancora paludato, anche se incompleto), sempre associati a coppelle sia singole che in modulo, compaiono delle impronte di piede, alcune semplici, altre con decorazioni interne a linee orizzontali e parallele e una con linee a zig-zag.

Campanine R23-26

Campanine R23-26, raffigurazione di un guerriero a cavallo; incisione tracciata su foglio di nylon per rilievoLe Rocce 23 e 26 compongono un insieme scenico unitario di epoca storica, istoriato dal XIV al XV sec. d.C. Sulla R23 si leggono solo tre linee sottili che attraversano longitudinalmente l’intera superficie, accompagnate da archi quadrangolari in basso e una piccola croce in alto. La R26 ha rivelato un’incredibile ricchezza di scene realizzate a filiforme, che comprende: figure a reticolo (forse torri); una probabile parata tra tende a cuspide, con un cavaliere abbigliato e con cimiero, un armato suonatore di corno, stendardi e alfieri; un armato completo con elmo, corazza, grande spada sorretta da catene d’arme e piccolo scudo triangolare; due cavalieri abbozzati, di cui uno con grande lancia, e altre figure poco riconoscibili, tra cui pare di riconoscere alcuni cavalli. A una fase successiva (XV secolo) risale il grande torrione realizzato a martellina con portale e merli ghibellini, al cui interno una figurina di alfiere tiene una grande bandiera contenente una chiave. Tutto l’insieme delle istoriazioni restituisce scene di grande freschezza e straordinario interesse.

Campanine R25

La roccia insiste direttamente su uno dei sentieri principali dell’area e presenta dunque difficoltà di lettura, dovute allo stato di usura superficiale.  Il tema dominante è la figura antropomorfa schematica, una tipologia di raffigurazione umana assai diffusa in tutta l’area di Campanine. L’insieme è qui dominato da una grande figura femminile con il sesso espresso da un cerchio, accompagnata da due oranti più piccoli. Due linee curve congiungono gomiti e ginocchia e ricordano un manto. La figura, decisamente più grande delle altre, concentra su di sé gli attributi di potere nonché l’attenzione devozionale dei due oranti vicini. Rappresenta forse una dea o una personalità importante di un antico sistema religioso, ormai sopravvissuto soltanto nelle migliaia di immagini incise sulle rocce camune?

Allegati e link utili

Miniguida all’arte rupestre di Campanine (download)
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