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? percorso semplice (non adatto ai passeggini e a persone con ridotte capacità motorie)
? dislivello: 80m
? tempo di visita: 2 ore e mezza
Dopo la visita al museo didattico, lasciando il grazioso centro storico di Nadro, un antico viottolo acciottolato conduce all’area archeologica di Foppe: un susseguirsi di superfici fittamente istoriate organizzate in un piacevole percorso ad anello. Le incisioni ritrovate vanno dal V mill. a.C. fino all’alto medioevo; particolarmente importanti le figurazioni dell’età del Bronzo (II mill. a.C. con una ricca tipologia di armi) e i leggiadri guerrieri riferibili alla fase di influenza etrusca (media età del Ferro). L’area è ancora in fase di studio. All’ingresso dell’area istoriata è allestita un’area di sosta attrezzata con zona picnic coperta, fontana e servizi igienici. Il pianoro terrazzato ospita tre ricostruzioni di abitazioni preistoriche.
Su questo percorso segnaliamo: r. 1, 6, 4, 21, 22, 23, 28, 24, 36, 26-27, 29, 35, riparo II
Superficie non troppo estesa e ben levigata dall’azione glaciale. Presenta in basso numerose figure di oranti, talvolta affiancate da cerchi (disco solare?), mentre la parte superiore conserva una notevole concentrazione di figure di età del Ferro costituita soprattutto da esseri umani armati, a fianco dei quali compare anche un’elegante raffigurazione di cervo maschio. Interessanti le croci cristiane sul margine sinistro del pannello preistorico, segno indiscutibile della ininterrotta attività incisoria delle genti camune anche in piena epoca cristiana.
Una delle superfici istoriate più ricche e più famose dell’intera Valcamonica. La quasi totalità delle incisioni è stata realizzata durante l’età del Ferro (I millennio a.C.) e testimonia l’apice artistico raggiunto dalle genti camune in questo periodo. Oltre ai guerrieri vi sono ampiamente rappresentati alcuni temi assai caratteristici, fra cui numerose figure di capanna e, soprattutto, centinaia di impronte di piede. Il significato di queste ultime è stato messo in rapporto con i rituali d’iniziazione delle classi guerriere aristocratiche, ma potrebbe anche rappresentare una forma di ex-voto, secondo quanto noto per esempio anche nel mondo romano. Numerose anche le figure di uccello, un tema ricorrente nell’area di Foppe di Nadro, mentre nella parte bassa si notano alcune raffigurazioni eccezionali, fra cui due stelle a cinque punte, iscrizioni in alfabeto camuno (variante dell’alfabeto nord-etrusco) e due scene di lotta (duello armato e pugilato) che ricordano analoghi temi presenti nella coeva arte italica (bronzetti retici, Arte delle situle veneta, pitture etrusche).
Piccola superficie densamente istoriata, nella quale prevalgono raffigurazioni di armi dell’età del Rame (3.300 – 2.200 a.C.) e dell’Antica età del Bronzo (2.200 – 1.800 a.C.). Si tratta per la maggior parte di figure di pugnali incisi quasi a grandezza naturale. La dovizia di particolari ne consente il confronto con analoghe sagome incise sulle statue-stele e sulla vicina roccia 22. Esemplari simili, a lama triangolare in rame e pomolo semilunato o semicircolare, sono stati trovati dagli archeologi nella necropoli di Remedello (BS), durante gli scavi all’inizio del XX secolo. Alcune forme dalla lama più stretta e allungata suggeriscono invece una collocazione cronologica all’inizio del II millennio a.C. Una coppia di duellanti sulla sinistra appartiene invece, secondo E. Anati, al periodo di transizione fra età del Bronzo ed età del Ferro (1.200 – 1.000 a.C. circa).
Superficie di modeste dimensioni incisa con numerose figure di oranti e rari pugnali di tipo remedelliano. Si segnalano: un insieme scenico con antropomorfi schematici intervallati da coppelle (una cerimonia?), che richiama, nella composizione ma non nella forma, analoghi esempi presenti sulle statue-stele camune della Tarda età del Rame (2.400-2.200 a.C. circa). Attira l’attenzione una grande figura classica foggia a orante armato con elmo crestato, scudo e spada molto stilizzati
La roccia 22 è fondamentale per lo studio del periodo compreso tra la fine del IV e l’inizio del II millennio a.C., una delicata e fondamentale fase che vede, in Europa Occidentale e in Italia, l’arrivo e poi il consolidarsi della metallurgia e dell’agricoltura. La superficie mostra una doppia scena di aratura che ancora una volta rimanda alle composizioni presenti sulle statue-stele e che in maniera analoga si trova associata ad un insieme di pugnali con pomo semilunato, adorno in alcuni casi di piccole borchie, e lama triangolare.
La superficie, vasta ed allungata, è la naturale continuazione morfologica della roccia 22. La porzione rivolta a sud-est mostra una rara composizione di figure di ascia confrontabili con armi dello stesso tipo datate all’Antica età del Bronzo (2.200 – 1.800 a.C.). Nel settore basso si legge un’iscrizione in alfabeto camuno (o di Sondrio), variante centro-alpina di un alfabeto nord-etrusco. L’iscrizione, destrorsa, mostra la caratteristica “Z” camuna ad alberello e la “A” capovolta e si legge “ZAZIAU”. L’introduzione della scrittura in Valcamonica può essere collocata attorno al V sec. a.C.
Piccola roccia montonata naturale prosecuzione della 22-23 da cui è separata da una profonda fatturazione. La parte sommitale presenta un’area con delle caratteristiche fratture e sfogliature imputabili all’accensione di fuochi delimitata da curate e grandi coppelle. Sono presenti aree martellinate di tipo topografico, scene di aratura, due pugnali (uno ascrivibile all’età del Rame e uno all’età del Bronzo); a varie fasi dell’età del Ferro risalgono figure di armati, una scena di caccia al cervo, un cervo cavalcato, un’ascia a lama quadrangolare, un bovino dalla raffinata fattura, figure di costruzioni
Ampia e levigata superficie con istoriazioni distribuite in quattro settori principali. Nella parte centrale, appena al di sopra della passerella, sono state incise numerose figure di capanna (30 circa), dal probabile valore simbolico, rappresentate in dimensioni e tipologie differenti e anch’esse attribuibili all’età del Ferro. Nella parte mediana, appena al di sotto della passerella, sono localizzate molte figure dell’età del Ferro (I millennio a.C.), tra cui un personaggio con lunga veste e flauto, numerosi guerrieri in duello, armati “danzanti” con casco raggiato e rosa camuna. Parzialmente sottoposte alle figure a martellina si notano molte incisioni a tecnica filiforme, fra cui numerose iscrizioni e due serie alfabetiche complete, pugnali tipo Introbio – Lovere (II sec. a.C. – I sec d.C.), reticoli, ecc.
Piccola superficie densamente istoriata durante fasi diverse dell’età del Ferro (I millennio a.C.). Di particolare interesse una dinamica e elegante figura di arciere, una figura di cerbiatto e una scena aneddotica sull’estremità superiore, in cui compare un personaggio che sembra appoggiarsi a un bastone. Antropomorfi, animali, impronte di piede e alcune costruzioni completano il quadro delle figure a martellina a cui si affiancano alcuni filiformi.
Il complesso roccioso denominato R. 27-26 costituisce una delle massime concentrazioni d’arte rupestre dell’area ed è fra le maggiori rocce incise dell’intera Valcamonica. La parte di superficie più orientale, denominata R. 26, si caratterizza per l’abbondanza delle asce a lama quadrangolare (VII-V sec. a.C.), tema non frequentissimo a Foppe di Nadro e invece comune nella soprastante area di Campanine. La porzione più occidentale a ridosso della passerella, R. 27, è interessata da numerose figure della media e tarda età del Ferro, fra cui molti armati e personaggi in duello, canidi, cervidi, il cosiddetto “tempio di Nadro” (una complessa raffigurazione di costruzione con numerosi simboli annessi), cerchi concentrici, palette, impronte di piede e altri segni geometrici.
Il complesso roccioso denominato R. 27-26 costituisce una delle massime concentrazioni d’arte rupestre dell’area ed è fra le maggiori rocce incise dell’intera Valcamonica. La parte di superficie più orientale, denominata R. 26, si caratterizza per l’abbondanza delle asce a lama quadrangolare (VII-V sec. a.C.), tema non frequentissimo a Foppe di Nadro e invece comune nella soprastante area di Campanine. La porzione più occidentale a ridosso della passerella, R. 27, è interessata da numerose figure della media e tarda età del Ferro, fra cui molti armati e personaggi in duello, canidi, cervidi, il cosiddetto “tempio di Nadro” (una complessa raffigurazione di costruzione con numerosi simboli annessi), cerchi concentrici, palette, impronte di piede e altri segni geometrici.
Il settore A della roccia 27, a ridosso della passerella, è interessato da numerose figure della media e tarda età del Ferro, fra cui molti armati e personaggi in duello, canidi, cervidi, cerchi concentrici, palette, impronte di piede e altri segni geometrici. Fra le varie peculiarità della superficie spicca la figura del grande cavallo con cavaliere e scudiero, che testimonia la straordinaria importanza attribuita alla cavalcatura durante l’età del Ferro e sembra evidenziare anche una differenziazione precisa dei ruoli nella distinzione fra cavaliere, armato di scudo e lancia (un princeps camuno?), e “scudiero” portatore della lancia del cavaliere e conducente appiedato del destriero.
La r. 26-27 è indubbiamente una delle superfici leader dell’area per numero e qualità delle figure incise (nell’ordine delle migliaia, sparse su una roccia emergente per decine di metri quadrati). Praticamente presente quasi tutta l’iconografia dell’arte rupestre camuna (guerrieri, capanne, impronte di piede, stelle a cinque punte, iscrizioni, ecc.), con eccezionali esempi in talune categorie. Si segnalano in particolare il cosiddetto “tempio di Nadro” (una complessa raffigurazione di costruzione con numerosi simboli annessi), la scena cosiddetta dell’ “Idolo Farfalla”, in cui un orante alato sembra volteggiare sopra un secondo orante, il pannello con figura umana posta di fronte a sette cani nella porzione centrale. Sparse qua e là si trovano concentrate altre figure o temi specifici, fra cui alcuni cavalli “a corpo aperto”, uccelli simili a quelli delle r. 5/6/7, un nodo di Salomone graffito, numerose asce a lama quadrata. L’attività istoriativa copre un arco cronologico che va dal Neolitico all’età del Ferro.
Grande affioramento roccioso che costituisce la prosecuzione a Sud della r. 27. Le incisioni si distribuiscono sui diversi pannelli creati dall’accidentata morfologia superficiale. Alcuni temi, come le figure umane schematiche in duello e i cani, si riallacciano alle contigue scene presenti sulla r. 27, mentre altri elementi rappresentano un vero e proprio unicum. Si ricorda qui in particolare una figura a svastica, una rosa camuna con lobi “chiusi”, un’iscrizione in caratteri latini (“SCRB/LVCIVS”), una scena d’aratura con equidi e aratore realizzato in forma di orante schematico. Di particolare interesse anche un pannello con due capanne associate a cerchi raggiati e un paio di impronte di piede con dettaglio delle dita. La roccia è stata frequentata per quasi tutto il ciclo istoriativo camuno, dal Neolitico all’Età Romana, con un picco d’istoriazione durante l’età del Ferro.
Situata al centro di un’ampia area pianeggiante a ridosso della parete rocciosa che demarca il confine orientale dell’area, la r. 35 si caratterizza per l’insolita densità delle figure e per la particolare insistenza su temi quali le figure umane schematiche (“oranti”), i cani e le “palette”. Mentre le prime due categorie di figure sono ben rappresentate in tutta Foppe di Nadro e si ritrovano numerose anche sulle vicine r. 29 e r. 27, le “palette” sottolineano l’eccezionalità della superficie, rendendo ancor più evidente l’assenza di altri temi “classici” quali le capanne o le impronte di piede. Da notare la precisa distribuzione dei segni sulla superficie, che sembra suddividere lo spazio in aree tematiche, e la presenza di numerose coppelle, alcune delle quali attentamente disposte a formare una sorta di “cometa”. La superficie è stata istoriata in un periodo compreso fra il Neolitico e l’età del Ferro.
Scavo archeologico condotto dal Centro Camuno di Studi Preistorici fra il 1977 e il 1979 che ha rivelato diversi strati di antropizzazione e di utilizzo del sito come riparo temporaneo e luogo di deposizione sepolcrale. Gli strati più superficiali hanno rivelato strutture di età del Ferro, frammenti di ceramica e resti ossei di animali. A 35 cm di profondità è stata rinvenuta una sepoltura di età del Rame di un giovane corredata da una collana di lunette di osso, denti forati di canide e cervide, perline di conchiglie e strumenti in selce. Il livello più antico ha restituito tre strumenti litici di grandi dimensioni attribuibili alle fasi finali del Paleolitico
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Giugno 2023 |